A quanto sembra, martedì prossimo potremmo assistere all’occupazione delle Camere da parte di una parte (non maggioritaria) delle Camere stesse. Presenti sino alla mezzanotte, magari anche oltre. Presenti ed occupanti per obbligare il Parlamento a formare le fatidiche commissioni, a dispetto della semplice regoletta – ma cosa sono queste regole? Lacci e lacciuoli, no? – secondo la quale le commissioni non si possono formare se ancora non è stato formato il Governo.
Sarebbe ironico, non fosse che l’occupazione d’un Parlamento, in qualunque Paese, evoca dolorosi ricordi di colpi di stato e dittature. E anche se da noi qualunque evoluzione storica è in salsa amatriciana, un’azione del genere non promette nulla di buono.
Certo, se fossimo un popolo onesto e davvero rispettoso dell’etica e della morale, martedì non lasceremmo da soli gli azionisti (ops, nel senso di persone che agiscono – anche se, visto il leader/testimonial..) di un terzo del Parlamento ad occupare il luogo che è di tutti. Se fossimo un popolo onesto, martedì sera, occuperemmo tutti almeno una camera di casa nostra, possibilmente una dotata di specchio.
E riflettendo(ci), magari potemmo vederci per quello che veramente siamo, all’interno di questa crisi mondiale: uno scherzo stupido ed incosciente.
Non una comunità che opera per la ricostruzione.