Progress Is for Losers (Il progresso è per i perdenti)

Ecco una buona occasione per spiegare il nome di questo blog, Progress Is for Losers. Dunque, lo scorso 22 Marzo, Gianni Cuperlo, non più Presidente del PD, indice tramite la propria pagina FB (e non solo, of course) un’assemblea per discutere “sullo spartiacque di questi mesi, ci si apre, si allarga, si ragiona su come una sinistra ripensata e un riformismo radicale possono stare dentro un nuovo inizio. E dove si decide in che modo e con che struttura organizzare il dopo”. La prima sede indicata, rivelatasi esigua rispetto alle intenzioni di partecipazione, viene modificata. La data prescelta, no: sabato, 12 Aprile, inizio ore 10.

Nella giornata del 9/4 u.s. (e correggetemi se la notizia è apparsa in precedenza), con conferma ufficiale pubblicata il giorno successivo sul sito nazionale del PD, il Primo Ministro Matteo Renzi, altresì Segretario Nazionale del partito, convoca la manifestazione di apertura della campagna elettorale delle  elezioni Europee, scegliendo come sede il PalaOlimpico di Torino (in previsione della massiccia partecipazione rituale). La data? Sabato 12 aprile, inizio ore 10:30, copertura web a cura di YouDem.

Se un rischio correva l’iniziativa di Cuperlo, era quello di finire con l’essere una semplice riunione di corrente, a dispetto delle sincere intenzioni trascritte nel virgolettato del primo paragrafo. Non avendo potuto partecipare, non so se il rischio è stato evitato; l’unica cosa che sono sicuro di poter scrivere è quella di Torino, in ogni caso, era una riunione di corrente. Dopodiché, segno dei tempi, il Premier copri-date irride alla riunione della ‘minoranza’; mentre quella parte di partito, piccola o grande, che lo sostiene pur avendo dei dubbi sui suoi mezzi e sulle sue proposte, si affretta – per voce di Gianni Cuperlo – a negare che nella coincidenza di date ci sia, per parte propria, alcun intento polemico. Alla rovescia, proprio.

Anche questo che si potrebbe definire episodio ‘marginale’ o concidenza (forse) non voluta, spiega perché il Progresso è per i Perdenti: in Italia, i vincenti – con le debite eccezioni – non riescono a fare a meno di sfoggiare arroganza e fastidio per tutti quelli che NON li rivestono di preziosi pigiamini di saliva.

E non c’è nessun Martello degli Dei che faccia seccare le lingue.

Go To The Mirror, Boy

Avrete senz’altro letto la versione finale della lettera indirizzata dal nuovo segretario del PD, Matteo Renzi a “tutte le forze politiche che siedono in Parlamento”. Come d’uso, trattandosi del riformatore della politica italiana, è frutto di un lungo, complesso, difficile percorso di elaborazione, della quale il testo qui sopra linkato è soltanto il punto di approdo. Questo blog è in grado di offrirVi, per gentile concessione del cestino della carta straccia, una delle prime versioni del medesimo documento, in forma più semplice ed immediata, per soli motivi di studio. Buona lettura.

“Genericissimi,

qui metto quella cosa che tre milioni di italiani mi hanno votato, non è vero perché in tutto hanno votato duemilioniessette e io ho fatto unmilioneennove quasi – ma, insomma, ho fatto il pieno, concentratevi su questo. Le politiche sono andate da schifo e le primarie no, quindi, di nuovo, concentratevi su questo. C’è lo schifo della politica, i cittadini che girano con la scorta di sacchetti per vomitare, e vogliono un sacco di cose e insomma se si fa presto, si fa presto. E’ il 2014, ma ci pensate?

Qui invece faccio finta che non sia la milionesima volta che il PD tenta di prendere in mano la situazione senza mandare tutto in vacca per un motivo o per un altro. E faccio anche finta che non sia la milionesima volta che diciamo 1) che ci vuole una legge elettorale che sia buona (come il prosciutto,’ mi dia due etti di quello bono’); 2) che si cambia anche il bicameralismo, si fanno le Autonomie Locali e si tolgono le indennità ai senatori (non so se metto anche che non vengono più eletti ma diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle Regioni.” Non fa figo come “tolgo le indennità ai senatori”, poi vedo; 3) poi c’è quella cosa delle competenze dalle Regioni allo Stato e riduco le indennità dei consiglieri regionali, al livello di quelle dei sindaci delle città capoluogo. Oh, che Firenze è capoluogo?

E qui faccio il grande gesto; siccome il PD c’ha la responsabilità, c’ha il mandato, e bla bla bla, ma non ha uno straccio d’idea decisa, senti qua, dico “Pur essendo il primo partito non imponiamo le nostre idee, ma siamo pronti a chiudere su un modello tra quelli qui sommariamente esposti” e vado con l’elenchino delle solite tre, diconsi tre, proposte di riforma elettorare, la spagnola (che pare un’epidemia), il Mattarellum revisited con il premio di maggioranza al 15% che sembra una tassa e il doppio turno di coalizione dei sindaci. Fosse per me, chi vince con il 60% dei voti, passa automaticamente all’elezione diretta del Primo Ministro, eliminatoria diretta su Sky. Ma siccome sono bonino, faccio una grande apertura “Il PD è pronto a recepire suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte. Ma chiediamo certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non può più fare passi falsi.”, strepitosa, non ho schemi, non ho punte ma butto la palla nell’area avversaria, vediamo se qualcuno la prende. Dopo di che, bisogna fare presto, perciò facciamo gli incontri bilaterali con chi ci sta. Se ci state tutti, col cavolo che si fa presto. Se non ci state e basta, ci riuniamo da soli e (no, così non va bene. Non è democratico, progressista e non c’abbiamo una sola idea chiara, l’ho detto).

Qui concludo, faccio i soliti auguri d’inizio anno, compratevi l’oroscopo di Branko che vede più cose di me e metto un altro punto fermo. “un accordo alla luce del sole, il più rapido e vasto possibile, sulla legge elettorale sarebbe un segnale semplice ma chiaro che iniziamo l’anno nel migliore dei modi.”. Quel ‘che iniziamo’ mi stride un po’ in grammatica ma è chiaro e friendly. Poi torno marziale e proclamo che il PD è pronto ad accettare la sfida – e anche così, anche questa volta, ho detto tutto, senza dire niente.

Un saluto cordiale anche dai Ramones (che sono come me: tre proposte, no pardon, tre note – e via!). Nota: ricordarsi di proporre “We’re An Happy Family” come inno del PD.”