STORIE DI CANZONI: NOTHING ELSE MATTERS

Storie di Canzoni: Nothing Else Matters - Metallica
Il lato romantico del “Black Album”

 

Il titolo non tragga in inganno: scrivendo “Storie di Canzoni: Nothing Else Matters” non intendo sostenere l’assoluta importanza dell’ottimo sito “Storie di Canzoni” (che importante lo è, se non desiderate fermarvi alla superficie dei vostri brani preferiti); l’intenzione, viceversa, è quella di presentare una nuova incursione di stampo metallico – QUI la precedente – nel medesimo ambito.

Invitato e autorizzato sempre da Davide Pezzi, certosino curatore del sito e amico personale, racconto le vicende attraverso le quali i Metallica arrivano alla registrazione del cosiddetto “Black Album” (i perchè e i percome del “cosiddetto” li trovate nell’articolo, of course), all’interno del quale si trova una delle ballate più famose dell’intera storia del Metal: “Nothing Else Matter”, scintillante faro romantico nell’oscurità perenne della band simpaticamente ribattezzata “The Four Horsemen” (I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse).

Per l’occasione, ricapitolo le vicende antecedenti alla registrazione dell’album per consentire sia ai fan che agli agnostici (prima ascoltate la canzone, donne e uomini di poca fede metallica…) di meglio assaporare la genesi anche rocambolesca del brano in questione e dell’album stesso.

Se non volete scrivere www.storiedicanzoni.it il link… l’avete appena superato.

Buona lettura (e ascolto).

Words and Music

Trascrivo testualmente dal sito nazionale del Partito Democratico una antologia quasi fresca di giornata del Renzi-pensiero:

“Non mi interessa la data di scadenza del governo – è stata la sottolineatura di Renzi – quella interessa a Letta non a me, io posso aspettare. L’importante è che non aspettino le famiglie, le imprese, la gente”;  (..) Passando a parlare del partito, Renzi ha affermato: “O tutti insieme ci diamo una smossa e proviamo a portare Pd e Italia o non si va da nessuna parte. La frontiera è esattamente dove sta il Pd”; (..) Rivolgendosi al segretario del Pd, il sindaco di Firenze ha affermato: “Se ci chiamiamo Pd, dobbiamo fare il congresso”. “Avevo capito – ha rimarcato – che non ti candidavi tu, non che non ci facevi fare il congresso. Dobbiamo rispettare le regole, sennò non si va da nessuna parte”. Per Renzi “entro il 7 settembre vanno fatte le regole, è una questione di principio. Chiediamo agli altri di rispettare le sentenze e noi non rispettiamo le scadenze?” E ancora: “Se divento segretario la prima cosa che rottamiamo saranno le correnti. Abbiamo bisogno di idee e di speranze, non di acrimonia e rivalità. Rottamiamo le correnti di questo partito se vogliamo un Pd che non perda le elezioni”. (..) “La speranza non si eredita, si conquista – è stata la conclusione del sindaco di Firenze -. Anche il Partito democratico non si eredita, si conquista”.

Letto bene? Ora, cambiamo musica (io sono decisamente più sinistra metallica del Sindaco of Florence) e diamo corpo alle parole – ovvero: cosa c’è dietro i jingle e gli slogan.

Lui può aspettare. Certo, fa apposta ad aspettare e non fare niente (soprattutto, non  partecipare mai alle Direzioni) così gli altri si logorano: Letta con il Governo, Epifani con le idi di Marzo permanenti del PD, Berlusconi e Grillo con le proprie ossessioni nevrotiche. L’importante è che non aspetti il Paese, anche se la frontiera è dove sta il PD. E dove sta il PD? Non si sa, abbiamo il navigatore guasto; Renzi, poi, è un boy-scout: lui si orienta con le stelle che da Terra, ormai, si vedono soltanto in caso di black-out. Ma per fare del PD la prossima saga di Star Trek, serve il congresso: gentile da parte di Renzi ricordare a Epifani che non deve candidarsi (si sa, questi anziani, con la memoria..), quanto alla data – beh, quello è un altro giochino per logorare gli altri. Lui, tanto può aspettare, magari nel frattempo fa il bis alle Comunali e fa i provini per “Chi vuol essere Segretario?”. E detto che una sentenza ed una scadenza NON sempre rappresentano una condanna, anche se il PD è condannato a cambiare segretario di continuo, la vera perla della settimana arriva qui: “Abbiamo bisogno di idee e di speranze, non di acrimonia e rivalità. Rottamiamo le correnti di questo partito se vogliamo un Pd che non perda le elezioni”. Ecco fatto: non mi aspettavo certo che dicesse idee DIVERSE e speranze COMUNI (non in senso municipale), ha detto solo due cose così, tanto per l’applauso. Il capolavoro è la rottamazione delle correnti: perché chiedere un’assunzione di responsabilità ed intelligenza quando, semplicemente, basta abolire le correnti? Quando sarà Segretario lui, ci sarà solo la corrente dei Renziani – gli altri, democraticamente, o si adeguano o sono fuori. Chiaro?

E per essere sicuro ed evitare fraintendimenti, aggiunge pure: il PD non si eredita, si conquista. Ah, che nostalgia, ritornano le gioiose macchine da guerra. Finalmente avremo un segretario heavy metal, con borchie e accette – i Manowar, insomma. Il ragazzo è proprio monocorde e pesante come uno qualsiasi dei loro dischi. Questo, tuttavia, mi conforta: se il terreno di scontro è questo, mi schiero con Hetfield ed Ulrich (Metallica, per i non adetti) al fianco.

For Whom The Bell Tolls, Sindaco.