MURDERBOT – I DIARI DELLA MACCHINA ASSASSINA

MURDERBOT – I diari della macchina assassina.

  • Prima di ritornare ad affliggere con le mie cosiddette opere, pubblico anche qui la recensione che ho volentieri scritto per “Murderbot – I diari della macchina assassina” di Martha Wells.

Sono doppiamente contento d’avere letto e acquistato questo volume: ho avuto modo di conoscere un’autrice per me nuova e immergermi in una lettura piacevole, intrigante e tutt’altro che di ordinaria routine fantascientifica. Il termine ‘routine’ non è casuale: Wells miscela abilmente ingredienti oramai classici con sapori e (mal)umori decisamente moderni. Il risultato, grazie anche alla vena ironica dosata con sapienza, è scorrevole e solo in apparenza leggero; azione e riflessione si alternano o procedono appaiati senza stacchi o forzature. Del resto (ho detto ‘routine’?) Murderbot è una macchina assassina, ovvero una creatura sintetica assegnata, su ingaggio a pagamento, alla sicurezza dei clienti; quello che leggiamo qui, appunto, è il suo diario di lavoro, unitamente all’ininterrotto flusso  autocosciente di informazioni-ragionamenti della macchina stessa.

Perfetta, come security (anche come assassina, peraltro…); imperfetta come macchina: non incorro in uno spoiler anticipando che Murderbot ha hackerato il sistema di controllo che la obbliga all’assoluta ubbidienza agli umani e alla Compagnia. Svolge dunque il proprio lavoro con diligenza assolutamente volontaria, cercando di ‘ritagliare il tempo’ utile per dedicarsi a quello che è il suo vero e principale interesse, ovvero scaricare e visionare serial televisivi.

Da questo spunto di partenza, già di per sé ricco e intrigante, Wells si immerge nella pacata descrizione delle quotidiane vicende di lavoro di Murderbot, in particolare del suo complesso rapporto con gli umani (non le dispiace aiutarli ma se potesse evitarne la presenza…), aggiornando la positività scientifica e narrativa di Asimov alla complessità amara del presente e del futuro che potrebbe conseguirne.

  •  Citazione preferita (tra tante): “Pensai che si stessero facendo prendere dalla paranoia; pur avendo comunque l’ausilio delle interfacce, le parole occorre comunque leggerle – preferibilmente tutte. A volte, gli umani aumentati non lo fanno. A volte non lo fanno nemmeno gli umani aumentati”.

P.s.: nella foto allegata, l’Autrice tiene un reading ad alcune macchine. 😊

P.s. 2: Martha Wells ha vinto un Premio Nebula, due Premi Hugo, due Premi Locus e compare nella lista degli autori bestsells sia di USA Today che del New York Times. Così, per dire.

Martha Wells has written many fantasy novels, including The Books of the Raksura series (beginning with The Cloud Roads), the Ile-Rien series (including The Death of the Necromancer) as well as YA fantasy novels, short stories, media tie-ins (for Star Wars and Stargate: Atlantis), and non-fiction. Her most recent fantasy novel is The Harbors of the Sun in 2017, the final novel in The Books of the Raksura series. She has a new series, The Murderbot Diaries, published by Tor.com. Was also the lead writer for the story team of Magic: the Gathering‘s Dominaria expansion in 2018. and has won a Nebula Award, two Hugo Awards, an ALA/YALSA Alex Award, two Locus Awards, and her work has appeared on the Philip K. Dick Award ballot, the BSFA Award ballot, the USA Today Bestseller List, and the New York Times Bestseller List. Her books have been published in sixteen languages.

Murderbot - I diari della macchina assassina
Martha Wells legge ai robot…

 

LA BAMBINA E IL NAZISTA

“Fu Eberwolf a spezzare l’incanto. «Coprite la fossa!» ordinò, come invasato. «E fatene scavare un’altra! Avanti così!» Quando calò il sole e vennero redatti i registri, i morti per fucilazione risultarono più di diciottomila. Diciottomila in un solo giorno.” (dal romanzo “La Bambina e il Nazista”)

La quotidianità del Male. La contabilità, quotidiana, del Male. Nel romanzo “La Bambina e Il Nazista”, Franco Forte e Scilla Bonfiglioli intraprendono un lungo viaggio – lungo in termini di ricerca e ricostruzione storica tanto quanto in termini di discesa agli inferi dell’Umanità (o disumanità, meglio) – sul binario più doloroso e spietato disteso sul cammino della Storia: l’Olocausto. In particolare, quel binario non solo metaforico che conduce all’orrore dei campi di concentramento. Protagonisti di questa storia due personaggi che più distanti e differenti tra loro non potrebbero essere: Hans, ufficiale (e uomo) di retrovia e Leah, la bambina ebrea dal destino, in apparenza, incontrovertibile. La vicenda dell’incontro di questi due estremi e ciò che ne consegue è solo in parte di ‘fantasia’: è la parte necessaria a richiamare e mettere in scena nient’altro che ciò che è stato, quell’infame quotidianità intessuta di odio, disprezzo e indifferenza dove uccidere diciottomila esseri umani in un solo giorno altro non era che un incarico da mettere poi ordinatamente a verbale.

Con pacata ma severa intensità, gli Autori guidano Hans e Leah attraverso tutte le tappe della loro vicenda; aiutandoci non soltanto a ricordare (o apprendere) quegli avvenimenti terribili dei quali, oggi più che mai, è doveroso tenere vivo il ricordo; altresì aiutandoci a ricordare che anche nella più profonda oscurità può riverberare una eco di luce.  E di speranza.

Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Scrittore, sceneggiatore e giornalista, per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, Roma in fiamme, Cesare l’Immortale e il fortunato Romolo.

Scilla Bonfiglioli è nata a Bologna nel 1983. Attrice e regista teatrale, oltre che scrittrice, ha pubblicato racconti in diverse antologie e nel Giallo Mondadori.

La Bambina e il Nazista
F. Forte – S. Bonfiglioli – La Bambina e il Nazista – Mondadori