24:p.d. – Leave Another Day

Quello che segue accade tra le 03:00′ e le 04:00′

Roma, nei pressi di Palazzo Madama. Giacomo (detto “Jack”) Bauer, ritrovato agente del Controllo Tenuta Unitaria del Partito Democratico, osserva le severe linee architettoniche del palazzo, sede del Senato della Repubblica. Data l’ora, nessuno dovrebbe trovarsi all’interno, salvo forse qualche turista smarritosi durante l’orario di visite. Bauer ha notato qualcosa, tuttavia, quindi attiva il proprio cellulare in modalità “Traccia-senatori”, grazie ad una nuova ‘app’ appena scaricata illegalmente. Pochi secondi ed ecco, un puntino verde s’illumina sul display che riproduce in computer graphic il vetusto palazzo. Se l’aspettava. Non significa soltanto che il suo prossimo interlocutore si trova ancora nel proprio ufficio.

Significa anche una bella passeggiata per fogne e condotti d’aria. Non importa. Per quanto  antigienica possa essere la situazione, in questa serie le giacche non sono mai sporche.

Scoperchia il tombino accanto a lui, s’immerge. Destinazione: l’ufficio del Capogruppo del PD al Senato, On.Luigi Zanda. Dopo un percorso acrobatico che lo lascia più olezzante che spossato, Bauer si cala dal soffitto della stanza, di colpo, cadendo in piedi davanti alla scrivania del Capogruppo. Il quale, tuttavia, più che sorpreso appare seccato.

“E’ lei Bauer? Che diamine ci fa qui? Non ha qualcun altro da spiare, un terrorista, un frazionista, un giovane turco o un vecchio pirla? Non vede che sto lavorando?”. Giackomo lo osserva con espressione indecifrabile (la stessa di quando si guarda allo specchio, ormai non si decifra più nemmeno lui), spazzolandosi nel frattempo il completo blu immacolato. (E i liquami di fogna? Ve l’avevamo detto).

“Con tutto il rispetto, lei conosce la mia missione, Signore. La tenuta dell’Uli.. union.. dell’Unitarietà è un superiore interesse. Questo significa che ognuno di noi deve superare la verifica dei necessari requisiti: posso chiederle cosa sta facendo qui, a quest’ora?”. Il Capogruppo lo fissa aggrottando le sopracciglia (e ha già un aspetto minaccioso al naturale): “Non lo vede? Osservi questa pila di carte, questi documenti, anche questi qui ingialliti e spiegazzati.. sto lavorando alla nostra strategia di disorientamento”

“Signore?” domanda Bauer con la faccina compunta, domanda e faccina a lungo provate per circostanze di questo tipo (del tipo “non-ci-capisco-un-beato-cip”). “Diamine, Bauer, ma non ha colto gli indizi? I sintomi? Ma non vede come tutti ci danno addosso, a causa di disegni di legge che non abbiamo presentato ieri e nemmeno la settimana scorsa ma mimino – minimo!! – un mese fa?”. D’improvviso, l’intuito soccorre l’ancora olezzante agente Unificante: “Intende.. il disegno di legge per sostituire il principio di ineleggibilità con quello di incompatibilità, Signore?”. “Ma certo! E NON SOLO!”, di colpo alzando il tono di voce, il Capogruppo Zanda scavalca la scrivania con un balzo insospettabilmente agile, sostituendo il principio di gravità con quello di levità.

“Nessuno se ne è accorto.. sono anni che depositiamo disegni di legge a rilascio graduale.. ad ogni scadenza legislativa si ripropongono, come un virus informatico.. abbiamo un disegno di legge per sostituire il principio di incostituzionalità con quello di incomunicabilità.. il principio di solidarietà con quello di solidità.. un disegno di legge per abolire le leggi finanziarie e sostituirle con le leggi forfettarie.. l’intero Parlamento è disseminato del nostro disegno.. ahahahah”. Bauer trasale. Ora che si trovano l’uno di fronte all’altro, faccia a faccia, non può non notare lo sguardo determinato e lucido del Capogruppo. Non un semplice Capogruppo. Un Capogruppo con un piano.

“Capisco, Signore. L’idea è quella di portare a spasso i competitors, di stordirli e sfiancarli con inutili e vane discussioni polemiche”. Zanda lo abbraccia, commosso: “Esatto, ragazzo mio! Questa è l’idea! Soltanto che.. deve esserci un difetto nel piano..”. Il viso del Capogruppo perde di colpo tutta la giovialità mostrata negli ultimi secondi, per assumere un’espressione ancora più mesta e severa del solito (e qui, ci vogliono i tecnici degli effetti speciali).

“Signore? Quale difetto, Signore?”

“Il difetto, ragazzo.. è che ci cascano SOLTANTO I NOSTRI!! Ma si rende conto?? Continuiamo a litigare tra di noi, MALEDIZIONE”.

Tace. Si rende conto d’avere, in effetti, alzato troppo i toni – questo nuoce all’unitarietà. Sempre servizievole, Bauer raccoglie alcuni fogli caduti e li restituisce al Capogruppo, impietrito, lo sguardo fisso nel vuoto. Saluta con un virile e silente cenno del capo. Quando è già sulla porta (almeno uscire, vuole uscire normale), Zanda lo richiama.

“Bauer. Che ne dice di un disegno di legge per sostituire il porcellum con il procellosum?”

“Signore. E com’è il procellosum, signore?”

“Doppio turno all’italiana, sbarramento variabile, quota inversamente proporzionale ed formazione dirette delle liste con il televoto!! Premete uno per candidare Zanda, premete due per candidare Bauer, premete tre.. e così via! Certo, anche qui c’é una difficoltà..”. Bauer, in effetti, comincia a subire gli effetti del disorientamento. “Vede Bauer, per farlo, serve un telecomando ministeriale. Un telecomando unificato, uguale per tutti. Altrimenti, potrebbero esserci interferenze”.

Il Capogruppo fa ritorno alla scrivania, con un carpiato all’indietro degno d’un tuffatore. “Preparo subito un disegno di legge per l’istituzione del telecomando unico attivabile attraverso l’inserimento del tesserino sanitario nazionale, con presa USB per collegarsi direttamente al cervellone del Viminale. Che ne dice, Bauer?”

Bauer esita, prima di rispondere: ancora una volta, deve spingersi oltre i suoi limiti.

“Non lo so, Signore. Ma dato lo scopo, credo che il Ministero dovrebbe anche fornire le batterie”

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