Assoggetta alla critica

Davide Serra
Davide Serra

 

“La sede in un paradiso fiscale non è un illecito, ma è un fatto che si assoggetta alla critica di appartenere a una legislazione non trasparente”. Queste le conclusioni del sostituto procuratore di Milano, Luigi Orsi, nella causa intentata dal finanziere Davide Serra avverso l’ex-segretario nazionale del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, reo d’essersi riferito a lui con l’ormai celebre frase “Direi che qualcuno che ha la base alle Cayman non può permettersi di dare giudizi”. La vicenda traeva origine dalle critiche, non certo lievi, che Serra aveva rivolto a Bersani in tema di politica economica, critiche altresì accompagnate dal pubblico sostegno di Serra a Matteo Renzi, all’epoca ‘solo’ sindaco di Firenze e membro non-frequentante della direzione nazionale (una più estesa ricostruzione in questo articolo dell’Espresso). Chi di spada ferisce di spada perisce, soprattutto in politica ma Serra non aveva ritenuto di limitarsi a incassare la risposta tranchant di Bersani, per cui – non senza grancassa mediatica – aveva scelto di portare la questione in tribunale.

Chissà se il finanziere si rende conto d’avere peraltro contribuito a un ulteriore ingolfamento e rallentamento di quell’apparato giudiziario che di sovrabbondanza d’incartamenti e discussioni inutili già sta soffocando; speriamo che almeno si renda conto della durezza (magari anche della pesantezza) insita nell’elegante frase con la quale il Pm ha chiuso la questione: quel “è un fatto che si assoggetta alla critica” vale più d’un intero discorso e tracima dagli argini della questione in sé come un fiume in piena. A differenza tuttavia dei danni che l’umanità s’infligge con il dissesto idrogeologico, questa definizione danneggia soltanto l’arroganza, la pienezza di sé, la pretenziosità di tutti quanti, in Italia e non solo, pretendono di disattendere le regole della comunità, vantarsene e per di più risultare immuni alle critiche.

Insomma, Andersen revisited: l’Imperatore non è più soltanto nudo, non si “assoggetta alla critica” per l’esposizione delle sue nudità e cita in giudizio il bambino, colpevole d’avere descritto la sua palese condizione. La quale, guarda un po’ che s’inventa il Pm, non è un illecito ma “un fatto”. E i fatti, nella loro concretezza, si possono osservare, considerare, condividere e, qualche volta, persino criticare.

P.s.: sentitevi liberi di NON condividere quanto ho appena scritto: questo blog si assoggetta alla critica ben volentieri, senza far perdere tempo alla magistratura – e soldi alla collettività: triviale ma è un fatto. Vediamo se questi due semplici concetti entrano in testa a qualcuno, cominciando da una certa classe politica che si assoggetta soltanto agli applausi degli amichetti.