THE TALKING DEAD – EPISODIO 6

THE TALKING DEAD

racconto a puntate

episodio 6

 

Scattò a sua volta, lesto e meccanico quanto la lama del coltello. Per il custode del cimitero non vi fu scampo, troppo sorpreso, troppo in là con gli anni: un colpo solo, dritto al cuore. La placidità del tramonto nella campagna spezzata dal rumore del metallo che perforava la carne, dal sordo battito finale – quasi un grido – del muscolo cardiaco.

Il corpo di Aristide crollò a terra, inanimato. Alle spalle dell’uomo, i due cadaveri viventi si mossero, con rallentata goffaggine, lamentandosi.

Gggghhhhaaaahhhssassiiiinoohhh… Mmmghhaaahhsssasss…

Assassino. Sì, il concetto era quello. All’improvviso, fu tutto chiaro e una calma irreale (tanto irreale quanto quella situazione) calò nell’uomo; all’improvviso, sapeva cosa fare. Non avevano neppure tentato di morderlo ed erano maledettamente lenti.

Si guardò attorno. Per fortuna, i dintorni non erano avari in materia di sassi; ne cercò uno grande e appuntito a sufficienza quindi si preparò alla mattanza. Erano cadaveri, dovevano restare cadaveri. Con veemenza ancora maggiore di quella impiegata per uccidere il custode, l’uomo si scagliò contro la coppia barcollante facendo ruotare il braccio destro dal basso per ottenere il massimo effetto.

Per prima, scelse la donna: del resto, aveva parlato per prima, no? L’impatto non fu preciso, alla tempia sinistra anziché in mezzo al cranio ma l’effetto fu comunque devastante. Le ossa del cranio si spezzarono; un liquido nero,  denso e maleodorante si riversò attraverso l’improvvisa apertura colando anche sulla mano dell’aggressore. Questi la ritrasse di scatto, vuoi per pulirsi vuoi per colpire ancora. Al secondo tentativo, la testa della sventurata venne aperta a metà, in un’esplosione di schegge d’osso, carne putrefatta e parassiti.

Per poco non si mise a ridere quando l’altro cadavere tentò di morderlo. Prima gli fece saltare tutti i denti, insieme alla mandibola; poi lo colpì al cranio. In meno di quanto avrebbe mai pensato, tre cadaveri giacevano a terra, immobili.

Per non sbagliare, prima di allontanarsi sfondò anche il cranio di Aristide.

THE TALKING DEAD – EPISODIO 5

THE TALKING DEAD

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episodio 5

 

– Si allontani. Per favore, vada via.

Non aveva certo bisogno di un invito scritto, quindi quell’esortazione pronunciata con voce resa incerta dal rapido ansimare di Aristide ottenne sull’uomo l’effetto contrario a quello desiderato.  Interruppe il proprio retrocedere, rivolgendosi al custode del cimitero senza staccare gli occhi dalle due mostruosità ancora ferme a lato della strada.

– Cosa diavolo sono? Cosa.. cosa pensi di fare, ucciderli con la pompa della bicicletta?,

esclamò, cercando di sublimare almeno una parte della gelida paura che l’attanagliava in rabbia; rabbia scagliata contro il custode, sicuramente colpevole d’essersi fatto sfuggire quella simpatica coppia di cadaveri parlanti. L’idea appariva perfettamente logica all’uomo, salvo trovarla al tempo stesso perfettamente stupida.

– Vada via. Io.. li riporto indietro. Ma vada via.

Una parte di lui aveva tutta l’intenzione di seguire quel saggio consiglio, una parte di lui voleva voltarsi e correre a perdifiato verso il paese, verso il bar più vicino. MA. C’era un grosso ‘ma’.

Una parte di lui non voleva che anche Aristide potesse ascoltare le parole smozzicate ma chiare che la cosa in apparenza donna avrebbe potuto pronunciare: lui conosceva Aristide, ovvio ma Aristide non conosceva lui, come avrebbe potuto? Il custode conosceva molto di più le lapidi che spolverava dei vivi che, di quando in quando, vi sostavano accanto. Comunque, andare a trovare il bambino era stato un errore. “Bambino” e “ucciso” potevano far scattare qualcosa anche nelle sinapsi placide del vecchio impiegato cimiteriale. L’uomo aveva una decisione da prendere e da prendere in fretta.

Fu il cadavere in apparenza uomo ad aiutarlo: all’improvviso, come rivolgendosi ad Aristide, sollevò un braccio indicando nella sua direzione. Pronunciando  di nuovo l’accusa.

…ggghllui… mgglluilui.. uhccisooh… ggghbbahmbinoooh..

Mentre Aristide lo fissava, l’uomo mise mano alla tasca posteriore dei pantaloni, prendendo il coltello a serramanico.

THE TALKING DEAD – Episodio 4

THE TALKING DEAD

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episodio 4

 

Sì, non c’erano dubbi: aveva detto “bambino”. Quella cosa orrenda aveva pronunciato una parola, male e gorgogliando ma l’aveva pronunciata. Proprio quella parola. Un caso. Doveva essere un caso. O forse no. O forse sì. Magari la sua immaginazione: l’uomo s’accorse all’improvviso d’essersi bloccato sulle gambe, le braccia abbandonate lungo il corpo, la catenina penzoloni nella mano. Il crocefisso cullato lievemente dalla brezza serale.

L’orrore lo osservava da meno di due metri di distanza, sempre con quella testa decomposta e infestata da larve e insetti curiosamente piegata di lato. Anche l’altro orrore, quello maschile, con quel ridicolo e consunto doppiopetto nero, lo stava osservando; con occhi fissi e vitrei, divorati dalla cataratta e dalle larve. Di colpo, l’uomo si rese conto che entrambe quelle cose indossavano abiti che ricordava d’aver visto solo in qualche vecchia foto di famiglia. I suoi genitori, si vestivano in quel modo.

Quelli non erano i suoi genitori ma la donna-cadavere aveva detto “bambino”, come se sapesse. Lo stavano fissando come se tutt’e due sapessero; peggio ancora, sembravano aspettare che lui dicesse qualcosa. Contro ogni logica e persino contro la sua stessa volontà, l’uomo parlò.

– Chi siete? Cosa volete? Che ne sapete del bambino?

Nuovamente, fu la donna a parlare, muovendo la testa come se i tendini marciti del collo avessero sostituito le corde vocali. Più che pronunciare parole, le esalò, accompagnandole con gesti spastici delle mani che sembravano voler sottolineare la sua defunta disapprovazione.

– gggmmbbhh.. biinoh.. bbbaahm.. biinooh.. ggh.. uhh.. uccisooh.

Ho bevuto, si disse l’uomo. Ho bevuto prima, senza rendermi conto di quanto possa avere ingurgitato e adesso vedo cose che sono soltanto nella mia testa, pensò trovando improvviso sostegno in quella così precisa e ampia spiegazione.  Un vero conforto. Spazzato dal rumore afono dei freni da bicicletta.

Si girò, già avvertendo il raggelante flusso della paura diffondersi nel sangue, antidoto malato alla sicurezza della presunta allucinazione: quel suono era troppo, troppo reale;  e non era tutto: riconosceva la persona dal respiro affannato appena smontata dal sellino, comprendeva perfino il motivo assolutamente logico per il quale si trovava lì.

Era il vecchio Aristide, il guardiano del cimitero.

 

THE TALKING DEAD – EP.3

THE TALKING DEAD

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episodio 3

 

Arretrò, brandendo la croce che portava al collo – dopo averla quasi strappata via nello sfilare la catenina – con mano tremante. I cadaveri lo stavano osservando senza muoversi, la testa leggermente piegata di lato come cani pazienti.

Cani infernali. Cosa avrebbero voluto fargli?

Come il personaggio di qualche film di serie B, mentre era intento a esorcizzare (Lui? Dentro di sé sapeva, al caso, d’essere il primo a necessitare d’un buon esorcismo) quell’abominio, inciampò, cadendo all’indietro. Un inglorioso atterraggio sulle arrotondate natiche  offese il suo Io ma salvò, tutto sommato, la schiena da danni peggiori.  A quel punto, il cadavere-donna mosse un passo in avanti. E una mano.

Come volesse aiutarlo a rialzarsi.

L’uomo (quello cosiddetto vivo) impugnava ancora la minuscola croce, perciò riprese la medesima azione: brandire il simbolo di tutto ciò che era (o avrebbe dovuto essere) Sacro, continuando ad arretrare. Solo che questa volta lo stava facendo da terra, strisciando e scalciando. La polvere della strada, mischiata a quella degli stivali, danzò in aria con pigra inerzia, perlopiù riversandosi verso le narici e la bocca spalancata dell’uomo.

La donna ritrasse la mano, perdendo nell’azione un buon quantitativo di vermi e qualche minuscolo brandello di carne molliccia e marcia. Dalla postura, si sarebbe detto che un’espressione di stupore le si era dipinta in viso; se avesse ancora avuto un viso, naturalmente.  Per questo, quando aprì la bocca, l’uomo terrorizzato non vide le labbra, peraltro rinsecchite e violacee, ma il biancore della mandibola che si spostava, tirando lembi di carne infestata da parassiti banchettanti.

– mmmgghh.. mmgbinohh.. baaah… mggh.. baahhmmbinoooh.

Aveva detto “BAMBINO”?

 

THE TALKING DEAD – ep.2

THE TALKING DEAD

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episodio 2

 

Non era uno scherzo della fantasia e non aveva (ancora) bevuto per quella sera. E l’ipotesi d’un paio di buontemponi ben truccati e profumati poteva essere verificata in un solo modo.

L’uomo si avvicinò, deciso a strappare quelle che riteneva essere due maschere di latex, impressionanti ma fasulle; nel frattempo, la coppia – l’apparente stato di decomposizione non era così avanzato da non poter distinguere il genere sessuale – sembrò voler proseguire per il proprio faticoso cammino, quasi indifferente all’incontro.

Per maligno istinto, l’uomo vivo scelse per prima la donna morta: vediamo come sei fatta davvero, bellezza, disse ad alta voce mentre le sue dita accarezzavano la guancia gonfia, livida e percorsa da orribili venature nere. Poi, di colpo, strappò.

La vista, poteva essersi ingannata con la luce morente del giorno.

L’odorato, poteva aver percepito la direzione sbagliata per quel fetore.

Il tatto gli urlò che senz’ombra di dubbio quella era carne marcia.

Fu d’aiuto anche il fatto che con quel gesto aveva strappato quasi metà volto alla donna, scoprendo lo zigomo e l’orbita oculare. Inoltre, c’era la brulicante colonia di vermi che dal lembo spugnoso di carne strappata si stava riversando sulla sua mano. L’urlo che uscì dalla bocca dell’uomo avrebbe di certo dato un dispiacere al parroco, qualora si fosse trovato nei paraggi; nondimeno, la scelta successiva, dopo avere scagliato in aria carne e vermi, fu quella di ripetere per un buon numero di volte il segno della croce. Per proteggersi e invocare protezione: non era mai stato davvero un credente né le sue azioni rientravano nella categoria “buon cristiano”; tuttavia, se i morti camminavano di nuovo, la spiegazione poteva essere una soltanto.

Il demonio era all’opera.

 

(to beeeee continueeeeeeed)

THE TALKING DEAD – ep.1

THE TALKING DEAD

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episodio 1

Non era una giornata particolare. Per niente. Una calda giornata estiva, più afosa che calda con un cielo lattiginoso e la sensazione di respirare polvere. Una foto sbiadita, una vecchia foto immobile nella sua lenta decolorazione.

Una giornata noiosa, non troppo, non abbastanza. Una giornata insignificante. Una giornata “che-due-palle”.

Proprio alla fine della giornata,  un tramonto così-così, un indeciso imbrunire,  l’uomo esce di casa, accaldato, stanco, in cerca di aria fresca. In cerca di aria. In cerca e basta. Dapprima costeggia il canale ma gli insetti non danno tregua, è il loro regno e la loro ora o più o meno. Quegli insetti sono come la giornata, il canale è acqua stagnante che emana caldo.  E puzza. Oh.

L’uomo si avvia verso la strada provinciale, storcendo il naso; lasciandosi il canale alle spalle. La puzza sembra seguirlo, no, la puzza lo precede, l’aria ristagna come l’acqua ma il movimento al rallentatore delle foglie e dell’erba tenta di dimostrare l’esistenza di un refolo di vento. Adesso l’uomo è certo che la puzza arrivi dalle due figure in controluce morente che avanzano lungo la provinciale. Avanzare è un termine azzardato: procedono barcollando, sembra che si guardino attorno come se si fossero persi.

Stranieri. Nomadi. Gente che puzza, insomma. L’uomo tossisce, grida “Ehi!”, si avvicina minaccioso, gente come quella non dovrebbe essere lì. Nossignore.

“Ehi! Voi!”, urla, ed è già una conversazione, per il suo livello; le due figure esitanti non sembrano neppure accorgersi della sua presenza, del passo di marcia con il quale li raggiunge e nella luce indecisa dell’imbrunire indeciso, alla fine di quella giornata da dimenticare ma non troppo, li vede per quello che sono.

Cadaveri.

(to beeeee continueeeeeeed)

Lo spo(r)t della lettura: categoria Fantascienza

Lo spo(r)t della lettura: rilassante, divertente, tonificante e senza stress da record o primati, in qualunque categoria. Se avete una preferenza o siete incuriositi dalla categoria Fantascienza e cercate un suggerimento, gareggiate con Chew-9, la serie di fantascienza più SF del momento (un momento che intendiamo far durare…  quanto un viaggio nel tempo). Ogni racconto è un piccolo capolavoro ma per motivi che sfuggono alla mia comprensione Vi consiglierei di partire da questo:

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Lo spo(r)t della lettura: categoria Horror

Lo spo(r)t della lettura: rilassante, divertente, tonificante e senza stress da record o primati, in qualunque categoria. Se avete una preferenza o siete incuriositi dalla categoria Horror e cercate un suggerimento, gareggiate con The Tube Exposed, lo spin-off horror più horror del momento (un momento che intendiamo far durare… ). Ogni racconto è un piccolo capolavoro ma per motivi che sfuggono alla mia comprensione Vi consiglierei di partire da questo:

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