THE TALKING DEAD – EP.24: DISCEPOLI E DISCIPLINA

THE TALKING DEAD

Racconto a puntate,  episodio 24: Discepoli e disciplina.

Tra due ali di cadaveri mormoranti, di fedeli risvegliati insieme a fieri miscredenti, il Santo abbandonò la cappella nella quale era stato deposto ben quindici anni prima.

il sole caldo e abbacinante del mattino, esaltato dal biancore dei muri e dei marmi, rivelò il corpo deforme, rigonfio e mutato dell’uomo che in quei paraggi aveva rappresentato, per tutta la propria vita, l’incarnazione dei valori di umiltà e solidarietà. La missione restava la stessa, cambiava il significato di “incarnazione”.

Non le gambe scheletrite ma lunghi e robusti tentacoli, coperti da migliaia di minuscole bocche dentate, permettevano al Santo di muoversi, scivolando lungo il viale pavimentato con un liquido rumore vischioso; sotto la vecchia tonaca si muovevano muscoli e carni non disegnate dalla natura, non presenti all’origine.

Una parte di quelle carni apparteneva alle vittime del pasto appena consumato: non del tutto divorate, in qualche modo fuse in un corpo nuovo: peccatori e peccato assolti per assorbimento. La forma umana restava, sovrastata e schiacciata dalla tremolante metastasi rossastra, umida e sgocciolante. Percorsa da vene rigonfie nelle quali scorreva sangue nero. Mentre sfilava tra le due ali di barcollanti adoratori (qualcuno tentò d’inginocchiarsi, non tutti vi riuscirono senza danni), il Santo – al secolo Don Carlo – parlò. Non mosse le labbra eppure tutti lo udirono distintamente. Non pronunciò parole di senso compiuto, instillando ugualmente in tutti il medesimo pensiero e scopo.

Educare. Fare pulizia. Osservare leggi e precetti. Obbedire. Disciplina. Disciplina. Portate la parola, portate la testimonianza. Colui che non si assoggetta, portatelo a me.

Non fu detto, neppure pensato ma quel ‘portatelo a me’ aveva un significato preciso e uno solo: lo stesso appena dimostrato al sindaco, a Don Angelo, a Giorgio e alla dottoressa.  Prima che il Santo varcasse il cancello del cimitero, diretto (com’era naturale) al Duomo, i discepoli al suo seguito erano già votati all’obiettivo.

Il Paese doveva essere mondato dai suoi peccati e rifondato sui vecchi valori; la comunità doveva tornare alle origini, abbandonare falsi idoli e false comodità. Niente più tecnologia, niente più falsa tolleranza, nessun ozio – solo il giusto e breve riposo necessario dopo lo svolgimento dei propri doveri. Non tutti sarebbero stati subito d’accordo. Ovvio. A loro, però, avrebbe pensato il Santo.

Dopotutto, restava comunque una scelta: o convinti o consumati.

 

 

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Nato a Milano nel 1960, diploma di Ragioniere, dal 1981 dipendente di quello che attualmente è uno dei principali gruppi bancari europei - questo, per la superficie. Al di sotto (o di lato), prova a scrivere e disegnare fumetti, sceneggiature per corto e lungometraggi, fino a quando la (quasi per gioco) partecipazione ad un concorso letterario estero per racconti brevi si conclude con un successo: primo premio al 1° Concorso Internazionale di Letteratura Fantastica della Repubblica di San Marino (1997), successo ripetuto nella terza edizione (1999). Più difficile essere profeti in Patria ma dopo debita serie di tentativi a vuoto pubblica il primo full-lenght (romanzo, insomma) nel 2004, "Extreme Defence" cui fa seguito, a maggio 2012 un prequel: "Extreme Defence: Sandriders" (Caosfera Editore). A luglio 2012 ripubblica "Extreme Defence" in versione e-book - e non solo perchè possiede già da anni un Kindle.