THE TALKING DEAD
Racconto a puntate
Episodio 12
– Sì, è vero, due o tre anni fa… il corpo fu trovato lì ma era stato ucciso altrove. Non si scoprì nulla. Ma… cosa avrebbe a che fare con noi?
Giorgio soppesò la domanda di Don Angelo pur avendo la risposta già in tasca. Cominciava a intravvedere una sorta di schema nel delirio di quella che era iniziata come una qualsiasi giornata estiva. Laura non aveva nulla a che fare con la vicenda del direttore delle Poste (per quanto ne potesse sapere, ovvio); lui e Don Angelo non avevano nulla a che fare con i due personaggi che l’accusavano d’infanticidio. Aristide, il custode del cimitero, era l’unico che poteva avere a che fare con tutti, vivi e defunti, proprio in virtù dell’incarico ricoperto. Ma Laura non riposava nel cimitero del paese.
In effetti, l’eventuale schema era delirante tanto quanto l’idea di morti che camminano per le strade. Prima che Giorgio potesse condividere quella che a lui stesso appariva più come un costrutto della paura che come un’intuizione, la suoneria d’un cellulare fece irruzione con la propria incongrua allegria facendoli trasalire.
Don Angelo rispose ma solo dopo avere letto il nome dell’interlocutore sul display. Ed essere ulteriormente impallidito.
– Dottoressa. Cosa…? Per favore, si calmi! Come… Le credo, certo che le credo. Non… No, mi ascolti: resti dov’è, sto arrivando.
Mentre chiudeva la conversazione, il prete sollevò lo sguardo fissandolo in quello del tecnico comunale. Giorgio stava sorridendo, il sorriso acido e velenoso che Don Angelo conosceva bene. Giorgio non era un buon parrocchiano; anzi, per dirla tutta, Giorgio era un vero criminale, travestito da irreprensibile funzionario. Se soltanto avesse potuto denunciarlo.
Se soltanto non fosse stato suo complice.
– Era la Dottoressa Fedeli. Mentre lasciava l’ospedale ha notato alcuni… cadaveri… che… camminavano verso di lei.
Il sorriso di Giorgio stava per raggiungere le orecchie, quella era per lui quasi una buona notizia. Lo schema. Forse c’era davvero. Non riuscì a trattenere la domanda.
– E cos’avevano da dire i morti, alla nostra illustre scienziata cocainomane?