THE WALKING PDEAD – Quattordicesimo Episodio

Riiiaahssuntoooh: il Sindaco-tintore / già tradito dallo smacchiatore / alla schiena ora viene / fucilato proprio bene. / Il suo momento è passato / rimetter deve il mandato / Ora servon ampie intese / per il bene del paese.

“Ma siete scemi?”, domanda Luca, non senza un residuo di serenità, rivolgendosi a tutti. A Sara, la (non tanto) fedele vice-segretaria; a Pier Paolo Dito, che lucida le cinque rotelle del suo skate; ai compaesani, agli iscritti, ai simpatizzanti ed agli antipatizzanti. A tutti, a quel coro greco che più greco non si può: a guardarli, sono tutti una rovina. Il coro, però, è contro di lui.

“Dimissioni”, “Fase Nuova”, “Rinnovamento”, “Nuovo Governo”. Parole semplici, pronunciate con corde vocali più corrose ed arrugginite delle corde della chitarra di Elvis Presley. Un beffardo motivetto echeggia nella mente di Luca: “it’ one for the road/it’s two for the show/qui si scherza con il fuoco/il resto – che ne so”.

“E va bene!”, strilla all’improvviso, sollevando le mani in segno di resa, “ok, mi dimetto. Cosa volete fare? C’è un’altra maggioranza? C’è un accordo? Un candidato? Prego, il posto è libero!”. Per un istante, il silenzio aleggia nella sala di scienze della vecchia scuola elementare, cadente come i suoi studenti ed ex-studenti. Solo per un attimo. Poi, a nessun segnale, si scatena l’inferno.

“GGGGHHHBLLLAAAAGGGH”, intima l’ala più estrema; “BBBLLLWWWOOOGH”,  rispondono con fermezza i centristi; “WWWWOOOOHHHHGG”, argomentano – con un filo di depressione – gli elettori della maggioranza neo-dimessa. La discussione è aspra, senza esclusione di colpi, ditate nelle orbite cave incluse. Luca vorrebbe ricordare che le dita vanno conservate per il voto – ma tant’é. La Democrazia ha i suoi riti ed una franca, libera discussione è uno dei principali. Prima di prendere decisioni importanti, è giusto esaminare i pro ed i contro. Macerarsi.

Farsi a pezzi.

“BAAAASTAAAHHHH!!”, urla alla fine il Sindaco dimissionario. “Basta! Siete uno spettacolo penoso, una parodia della politica, uno specchio grottesco di un paese civile! Pretendete d’essere democratici? Ma se sapete soltanto azzannarvi tra di voi!”

E’ fatta, pensa tra sé. Ora, sarà il mio turno, d’essere fatto a pezzi ed io sono ancora abbastanza.. nel lato chiaro della biologia. E’ finita.

Clap. Clap. Clap clap clap. Clap Clac CLAP CLAP CLAP. “GMMMBBRRAAVOOOHHH!”

L’applauso sorprende Luca anche più d’un morso alla giugulare. Bravo? Qualcuno chiede anche il bis. Osserva attorno a sè, di tutti gli avvenimenti della giornata, da quando ha lasciato l’ospedale, quello è il più assurdo. Non che gli venga lasciato molto tempo per pensarci: Pier Paolo Dito urla la sua.

“Che vi dicevo? E’ lui, l’uomo giusto per risorgere!”

Come no, pensa Luca. Il mio prossimo slogan è proprio “From the craddle to the Brave”..

(continua)

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Nato a Milano nel 1960, diploma di Ragioniere, dal 1981 dipendente di quello che attualmente è uno dei principali gruppi bancari europei - questo, per la superficie. Al di sotto (o di lato), prova a scrivere e disegnare fumetti, sceneggiature per corto e lungometraggi, fino a quando la (quasi per gioco) partecipazione ad un concorso letterario estero per racconti brevi si conclude con un successo: primo premio al 1° Concorso Internazionale di Letteratura Fantastica della Repubblica di San Marino (1997), successo ripetuto nella terza edizione (1999). Più difficile essere profeti in Patria ma dopo debita serie di tentativi a vuoto pubblica il primo full-lenght (romanzo, insomma) nel 2004, "Extreme Defence" cui fa seguito, a maggio 2012 un prequel: "Extreme Defence: Sandriders" (Caosfera Editore). A luglio 2012 ripubblica "Extreme Defence" in versione e-book - e non solo perchè possiede già da anni un Kindle.