THE TALKING DEAD – EPISODIO 8

THE TALKING DEAD

racconto a puntate

episodio 8

Quando arrivò a destinazione, la vetusta e isolata palazzina che ospitava gli uffici tecnici del Comune era completamente avvolta nell’oscurità: il Sindaco faceva campagna sul risparmio energetico spegnendo l’illuminazione stradale nei pressi degli uffici periferici ma non del Municipio, in centro paese. Quello, era sempre illuminato a giorno. Per una volta, l’uomo ritenne di approvare le scelte dell’Amministrazione.

Muoversi al buio, ad ogni modo, non lo faceva sentire a suo agio: qualsiasi rumore, fosse il verso d’un animale o il motore distante di un’auto, lo faceva trasalire dandogli i brividi. Arrivare alla porta posteriore della palazzina a due piani fu un sollievo.

Di breve durata.

All’interno, il silenzio notturno era ancora più pesante e percorso da voci fastidiose: lo scricchiolio dei vecchi, vecchi mobili in legno; i rubinetti dei bagni al piano terra, il cui ritmato sgocciolare era refrattario a qualsiasi intervento idraulico; persino il rumore dei suoi stessi passi, la gomma delle suole fischiava contro il levigato pavimento marmoreo.

Raggiunse in fretta il proprio ufficio, salendo i gradini delle scale a due a due, ansimando, il cuore in gola non soltanto per quello sforzo. Per prima cosa, andò alla scrivania, dalla scatola delle graffette nel primo cassetto recuperò la chiave che apriva lo schedario metallico. Non teneva soltanto pratiche vecchie e nuove, lì dentro: nascosta tra i faldoni del cassetto più basso si trovava una bottiglia di buon whisky d’annata. Un lungo sorso scivolò nella gola dell’uomo, un torrente tiepido e bruciante. Staccò di colpo la bottiglia dalle labbra per respirare come un naufrago riemerso dopo essere stato travolto dalla tempesta. Andava meglio, ora.

Il tonfo della porta che si richiudeva al piano di sotto sbriciolò quella ritrovata calma.