THE WALKING PDEAD – settimo episodio

[banner] Riassunto? Due settimane di ospedale e fuori il mondo cade a pezzi. Cosa dovrebbe fare un giovane segretario tintore?

“Forse, è colpa dello smacchiatore. Troppa trielina light. Ho le allucinazioni, tutto questo non è vero. Ora mi dò un pizzicotto”

Luca solleva una mano, verso il braccio opposto. Prima che possa pizzicarsi, un arzillo pensionato in avanzato stato di esodazione tenta di staccargli lo stesso braccio, con un morso. Luca si sposta di scatto, l’esodato, sullo slancio cade a terra, in mezzo alla strada. Si leva un mormorio.

Dall’ospedale, Luca è ritornato precipitosamente indietro, in paese: Sbagliate Creanza, 150 operose anime nella profonda provincia. Operose ed odorose. E non è acqua di colonia. Ora il segretario si trova sulla strada principale, da lì si arriva al centro storico, con  il Municipio e la Chiesa. Poi, il vecchio circolo; poi, la strada secondaria che porta alle Villette Nuove. E lì, casa sua: sua moglie Anna, suo figlio Matteo. In quel momento, gli sembrano lontani come all’altro capo dell’universo – tipo più o meno a Contate sul Servo, il paese più vicino.

In mezzo alla strada, c’è un gruppo di persone. Barcollanti e vocianti. Per Luca è uno shock, violento ed improvviso. Le elezioni. C’erano le elezioni e lui le ha perse – nel senso che si trovava in ospedale. Osserva i volti – quello che ne rimane, insomma – dei presenti, conosce quasi tutti, tutti candidati al Consiglio Comunale. Chi avrà vinto? Soprattutto, cosa staranno facendo? Sembra.. no, non è possibile.

“Sembra una votazione”, pensa Luca, osservando: il gruppo si muove a spirale, ognuno passa verso il centro dove una donna che indossa una fascia tricolore che avrebbe molto bisogno di uno smacchiatore tiene tra le mani un’improvvisata urna (in realtà, una vecchia insalatiera in moplen). Ognuno deposita una pallina nell’urna, spostandosi poi in una delle due file vocianti che si stanno formando ai lati dell’urna. La votazione termina, il brusio cessa, con lentezza la donna inizia a declamare i voti.

“Bianco. Bianco.Bianco. Bian..”

Un orribile dubbio attraversa la mente di Luca. Perchè ‘bianco’ e non ‘bianca’? E poi, perché solo voti in bianco? Non è stato attento, ancora una volta. Guarda meglio: non sono  palline.

Sono OCCHI.

“Bianco. Bianco. Bianco. Dito”. Dito? L’orrore sembra non avere fine, eppure non è così. La donna non fa in tempo a mostrare il dito indice, mozzato alla radice, che un ragazzo in maglietta e pantaloncini, sfrecciando attorno al gruppo con il proprio skateboard, esulta strillando: “Dito! Dito! Dito! Ho vinto! Ho vinto!”

Così facendo, ripassa davanti a Luca che nota la spilla infilzata sul taschino della maglietta. “Movimento Cinque Rotelle. Vota Pier Paolo Dito”. Nota anche il Dito mancante, alla mano sinistra.

Dito ha vinto con un dito (il proprio)? Al segretario tintore non tornano i conti, e le regole: e tutte le schede bianche? “Ho vinto”, ripete Dito, piroettando sullo skate.

“Ma la maggioranza ha gli occhi bianchi.. tutti bianchi”, mormora Luca

(continua)

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Nato a Milano nel 1960, diploma di Ragioniere, dal 1981 dipendente di quello che attualmente è uno dei principali gruppi bancari europei - questo, per la superficie. Al di sotto (o di lato), prova a scrivere e disegnare fumetti, sceneggiature per corto e lungometraggi, fino a quando la (quasi per gioco) partecipazione ad un concorso letterario estero per racconti brevi si conclude con un successo: primo premio al 1° Concorso Internazionale di Letteratura Fantastica della Repubblica di San Marino (1997), successo ripetuto nella terza edizione (1999). Più difficile essere profeti in Patria ma dopo debita serie di tentativi a vuoto pubblica il primo full-lenght (romanzo, insomma) nel 2004, "Extreme Defence" cui fa seguito, a maggio 2012 un prequel: "Extreme Defence: Sandriders" (Caosfera Editore). A luglio 2012 ripubblica "Extreme Defence" in versione e-book - e non solo perchè possiede già da anni un Kindle.