24:p.d. – Leave Another Day

Precedentemente, in 24:p.d.: l’agente Giacomo (purtroppo per lui detto Jack) Bauer, del Controllo Tenuta Unitaria, riceve l’incarico dal Colonnello pro-tempore Epifani, di sorvegliare i vertici del Partito Democratico durante lo svolgimento delle esercitazioni preliminari alle grandi manovre del Congresso. Bauer indaga con discrezione (soprattutto perché non se lo fila nessuno) ma un evento inaspettato arriva a complicare il suo lavoro..

Quello che segue accade tra le 06:00′ e le 07:00′

La notte non ha portato consiglio né, tanto meno, qualche oretta di sonno ristoratore. Il sorgere dell’alba trova comunque Bauer lavato, sbarbato e con abito stirato – come sempre, in questa serie. Lo stesso dicasi per la sua assoluta mancanza di qualsivoglia necessità fisiologica, impellente o meno – sesso a parte. La giovane proprietaria del piccolo bar appena aperto al quale si sta avvicinando per consumare una rapida colazione sembra risvegliare in lui qualcosa. Qualcosa di sopito ma non domo. Qualcosa che per una persona normale altro non sarebbe che normale desiderio. Non per lui.

E’ dura, lavorare per il PD. Un partito dove vige la più ferrea disciplina. Il più severo rigore. Dove la parola di un segretario è legge, ogni direttiva parole scolpite su pietra. Immerso in queste riflessioni, Bauer si rivolge sorridendo alla ragazza, per ordinare: “Stronzate, buongiorno”.

“Come, scusi?”

“Ho detto ‘un cappuccino, buongiorno”

Mentre la ragazza – alla quale non avrà mai più il coraggio di rivolgere la parola (e poi, è noto che le sue partner non durano mai a lungo. Il tempo di rimediare una pallottola) lo fissa con dubbiosa severità, quasi fosse un’iscritta del PD, Bauer si siede in fretta ad un tavolino, recuperando il cellulare di servizio dalla tasca interna della giacca. Ha ricevuto un messaggio. Osserva il display.

“Congresso del circolo Controllo Tenuta Unitaria, risultati. Votanti ed iscritti: 515. Hanno ottenuto voti: Quagliarulo 224, Peragalli 212, Terenghi 42, Ecumeni 31. Schede bianche: 5 Schede con Paperino: 1”

Con la velocità che gli è propria in queste situazioni, in meno di due frame Bauer raggiunge la sede del CTU, opportunamente celata in un’anonima palazzina a due piani sul lungomare di Ostia Lido. Dietro il muro sbrecciato, la siepe rinsecchita e le persiane storte e corrose dalla salsedine, cinque livelli sotterranei di pura tecnologia acquistata ed installata grazie allo sforzo dei volontari. Quindi, cinque gallerie romaniche altrimenti dette catacombe. In una di queste, arredata da ufficio grazie allo sforzo del circolo “Monta un partito” di una nota multinazionale del mobile, incontra Clodovea detta Cloe, sua preziosa ed inseparabile collaboratrice. E’ preparata, intelligente, dotata di acuto senso critico e spirito d’iniziativa (ora, non pretenderete che sia anche una top-model, vero?). Jack si rivolge a lei con la familiarità consolidata in anni di lavoro fianco a fianco.

“Che cazzo avete combinato?”

“E’ bello anche per me rivederti, Jack”

“Il nostro circolo, tanto per cominciare, è segreto. Da quando, teniamo congressi? E da quando abbiamo 515 iscritti? Siamo in 50 a pieno organico, ovvero MAI! C’è sempre qualcuno morto o ferito!”

“Jack, questo partito non ha segreti. Siamo aperti e trasparenti, per questo suscitiamo interesse. C’è interesse, ovunque. Stiamo crescendo.”

“Ma come fai ad essere così cret.. ehm.. ingenua? Dammi il computer.. dammi il satellite.. trova la scheda dei candidati.. trova i profili professionali.. adesso trova gli indirizzi IP.. entra nei loro database.. preleva i dati… incrocia.. hai fatto??”

“E’ bello sapere che senza di me non ti troveresti neppure la lampo dei pantaloni, Jack”

“Per quello che mi serve. Guarda qui: Quagliarulo fa anche il medico di base, gli iscritti sono tutti suoi pazienti, qualcuno ha persino votato sulla ricetta anziché sulla scheda.. Peragalli è undercover come insegnante, alle superiori.. metà dei suoi iscritti sono studenti, gli altri.. indovini? I genitori. Terenghi ed Ecumeni sono due agenti semplici, hanno fatto iscrivere amici e familiari, più i soci del club “24:p.d. – La serie” che si sono fregati la scheda firmata da me”

“Scusa, Jack ma tu quando hai votato? Sei in missione!”

“Infatti, non ho votato. Io non voto mai, sono fedele al Partito a prescindere dal Segretario. Io eseguo, non decido. Sono l’ultimo della mia specie, sono più dinosauro io della nostra Direzione Nazionale. Adesso, però, una decisione la prendo. Dolorosa”

“Non farlo, Jack. Decidere non è la cosa che ti riesce meglio. Vuoi un consiglio?”

“Da te? Sei una donna intelligente. Sei prepararata, colta e gentile. Hai partorito con dolore, hai fatto carriera con sacrifici inauditi senza far mancare alla tua famiglia il tuo appoggio. ll partito ti deve molto ma anche questa volta la tua candidatura non è andata. Insomma, dovrei accettare il consiglio di una sfigata?”

“Ineccepibile. Fa’ quello che vuoi, stronzetto”

“Certo. Questo congresso è una vergogna. Ora mi presento dal Segretario Epifani e non solo chiedo l’annullamento del congresso del CTU, restituisco anche il mio distintivo”

“No, Jack, questo non te lo meriti!”

“Forse sì. Non sono stato attento. Non sono stato abbastanza vigile. Con queste cose non si scherza: un’apertura qua, un cambio di regole là… ed il partito si trasforma in un luna-park. Addio, Cloe”

Con virile espressione addolorata, Jack esce dalla stanza; con femminile espressione ironica, Cloe lo osserva, meditando sul fatto che sarà forse la centesima volta che Jack le dice addio. Ritornerà. Ritorna sempre.

Che diavolo potrebbe mai fare, fuori dal Partito?

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Nota dell’Autore: mi assumo completamente la responsabilità per il penoso esito del Congresso del CTU, il proliferare di tessere è interamente da attribuirsi alla mia disattenzione artistica e non ai candidati alla Segreteria Nazionale. Me ne scuso con i fan della serie, ai quali consegno le mie dimissioni virtuali. E questo è tutto: se vi aspettate scuse e dimissioni reali ed uno svolgimento corretto del congresso, beh, state davvero seguendo un serial..

 

24:p.d. – Leave Another Day

Quello che segue accade tra le 02:00′ e le 03:00′

Roma, vicinanze Eur, un’elegante quanto anonima palazzina a tre piani, chiusa da un’alta recinzione di mattoni. Telecamere ai quattro lati del perimetro ed agli ingressi. All’interno, silenzio e luci spente, tranne che all’ultimo piano: è l’ufficio del Direttore del riformato Controllo Tenuta Unitaria, l’ex-sindacalista Generale Epifani. A dispetto dell’ora tarda e della notte afosa è sveglio ed impeccabile nel suo completo giacca-e-cravatta; è solo, seduto ad una scrivania molto più design che praticità e sta rileggendo degli appunti. Si interrompe, sollevando la testa, quasi annusasse qualcosa – un problema, ad esempio.

“Ben arrivato, Jack”, pronuncia a voce alta, in apparenza rivolgendosi alle tende, chiuse a metà, della parete-finestra davanti a lui. E’ la zona della stanza più in ombra e non sarebbe così facile arrivare sino lì scalando la facciata della palazzina, eppure.. La tenda si muove appena, rivelando l’agente Giacomo Bauer, detto Jack. Ha l’aria disfatta, un vistoso cerotto che copre un brutto taglio sulla guancia sinistra, le nocche delle mani spellate e sanguinanti. Tuttavia è perfettamente rasato e non ha il benché minimo bisogno di andare in bagno: è normale, in questa serie.

“Signore, il nome è Giacomo, signore”, risponde. “Ah, davvero? Giacomo. Non suona bene come Jack, quindi ti chiamerò Jack. Dobbiamo imparare a comunicare meglio, dobbiamo recuperare il dialogo con il paese reale. Jack è più reale, Jack. So che sei di Trieste.. sei con il gruppo di Kuperlov? Anche lui è di Trieste ma con quel nome.. potrebbe benissimo essere una spia sovietica”, replica il Generale Epifani, aggiustandosi la cravatta e ravviandosi i capelli accuratamente pettinati.

“Signore, lei sa che la mia lealtà è per il Partito, non faccio parte di nessun gruppo. Ho fatto cose per questo partito delle quali non sono orgoglioso – ma le ho fatte per il bene del Partito. Non credevo che avremmo riaperto il CTU ma ne sono felice. L’Ulivo è in pericolo”, dice Giacomo/Jack sfiorandosi la guancia ferita con la canna della pistola, saldamente impugnata con la sinistra. “Jack, Jack.. l’Ulivo non c’è più, ragazzo”, risponde con aria mesta il Direttore. “Mi scusi, signore. Avevo dimenticato l’Unione”

“Quella la vorremmo dimenticare tutti, Jack.. ma non siamo più il Controllo Tenuta Unione. Ora c’è il Partito Democratico, quello che dobbiamo garantire è la tenuta Unitaria. Mai come ora, è necessario mantenere la massima coesione. Quello che si è verificato durante le votazioni presidenziali non dovrà mai più accadere.. a proposito, Jack: ma tu, dov’eri?”. Prima di rispondere, Jack spinge inavvertitamente la canna della pistola contro la ferita: “Sull’aereo del Presidente Prodi, Signore. Al ritorno”

Il Direttore Epifani sorride, un sorriso mesto come prima della sigla di un accordo: “Tutti ce la siamo vista brutta ma i pericoli non sono finiti. Siamo stretti in una morsa, il pericolo è sullo scacchiere internazionale: dove ci porterà la crescita della Gioventù Turca? Ed il misticismo dell’Area Dem-Catt? Ci possiamo fidare dei filocomunisti islamici di Maxeem Daalem? E cosa ha riportato dall’esilio africano Valter Veltroni?”

Jack/Giacomo ha un guizzo, a quel nome. “Roma, Signore. Non si è mai mosso da Roma”. La replica del Direttore è secca: “Davvero? E perché, allora, ha i vestiti coperti di sabbia? I mocassini pieni di sabbia? Persino quando parla, si sente sapore di sabbia!”

“E’ una tattica, Signore, non dobbiamo farci coinvolgere. E’ sempre stato esperto nell’arte di scivolare via, come sabbia nella clessidra. E lasciar scorrere il tempo. Non è l’unico, a giocare con il tempo: c’è anche chi lo vorrebbe accelerare”. Jack s’interrompe, temendo d’avere detto troppo: non fa parte dei suoi compiti, giudicare; lui deve lavorare su ciò che unisce, non su ciò che divide. Ma ora che l’ha evocata, l’ultima ombra di divisione sembra stagliarsi come un gigante nella stanza illuminata solo da un abat-jour.

“Parli dell’Infante di Toscana, forse?”, sbotta il Direttore con un sogghigno così perfido da sembrare confindustriale, “colui che vorrebbe mandarci tutti in pensione infischiandosene delle nostre capacità, della nostra esperienza, di tutto..” – è solo un istante ma Jack coglie la rabbia repressa nella voce del Direttore, prima che concluda – “tutto quello che abbiamo fatto, in tutti questi anni”. Jack non vorrebbe, ma la puntualizzazione che segue fa parte dei suoi compiti.

“Non è l’unico a pensare che il bilancio del passato sia alquanto.. discutibile, Signore. Non spetta a me dirlo. E se posso, vorrei finalmente sapere perché mi ha richiamato in servizio. Signore”. Il Direttore lo osserva con attenzione, stringendo gli occhi come un falco che si concentri sulla preda. “Ben detto, Jack. Non spetta a te. E nemmeno a qualcuno che ha studiato la politica al Trivial Pursuit. Vuoi sapere perché ti ho richiamato? Non ci crederai, Jack – è sempre la solita vecchia storia. Volano pallottole e tocca a te fermarle. Dobbiamo arrivare al Congresso ed aprire una nuova fase”.

Lentamente, Jack rimette la pistola nella fondina, sotto l’ascella destra. Ha lo sguardo triste ma è probabilmente dovuto alle due arcate sopraccigliari, entrambe fratturate. “E’ un onore essere richiamato in servizio, Signore. Come ha detto lei, è una vecchia storia. Soprattutto quella della fase nuova. Ad ogni modo, sorveglierò il Partito e farò del mio meglio. Sono pronto”. Il Direttore riprende in mano i propri appunti, li osserva pensoso per un istante, quindi torna a rivolgersi a Jack: “Sto completando il mio rapporto. Sono in carica fino al Congresso e farò di tutto per arrivarci al meglio. Riceverai le tue istruzioni via file, farò modificare lo Statuto di modo che tu possa avere un tablet”.

In silenzio, si stringono la mano, entrambi consci della gravità del proprio compito. Jack si avvia verso la porta (in realtà, vorrebbe calarsi dal balcone ma questa se la tiene buona per un altro episodio); prima di uscire, volta la testa verso il Direttore. “Una parola, Signore”

“Jack?”

“Le modifiche allo Statuto non portano mai nulla di buono, Signore”

“Buonanotte, Jack”.

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