Il Segretario In Carica (d’ora in avanti, SIC) osserva pensoso la scrivania. Ha l’aria stanca, i tratti del viso appesantiti, gonfi; strofina occhi e naso con una mano, cercando di esorcizzare il sonno. Non ha tempo per dormire, non ha tempo per rilassarsi: ha ricevuto l’incarico di formare il Governo ma nulla, da quel momento, è più stato come sembrava. Discorsi vaghi, promesse ritirate, sorrisi e sberle distribuiti con egual disinvoltura. No, non va. I conti non tornano, i pezzi non combaciano.
Persino i pezzi del puzzle che ha sulla scrivania, non combaciano. Rigira tra pollice ed indice un pezzettino verde, tutto verde, che potrebbe infilarsi ovunque ma, al tempo stesso, non sembra andare da nessuna parte. Come lui. Non riesce ad andare da nessuna parte, tutte le porte sono chiuse. Porte. Pezzi. Non ne può più – ed in quel momento, ha un’illuminazione: osserva gli spazi vuoti nel disegno, quindi conta i pezzi sparsi intorno. I conti non tornano.
Manca un pezzo. E qui, gli viene spontanea una domanda: quale?
Al diavolo, borbotta a sé stesso, ecco a cosa si è ridotto: vede metafore ovunque, persino in un innocuo passatempo. Il pezzo mancante. Ah, ma non sarà di certo LUI. No. Proprio lui.
Lui, è sempre assente. E’ bravo, lui, come no. Lavora in sottrazione, se gli regalasse un puzzle, lui lo farebbe all’incontrario: dall’immagine completa a tutti i pezzi sparsi sul tavolo, togliendone uno alla volta. Uno qui. Uno lì. Uno qui.E’ bravo, lui. Piace. Piace alla gente, buca il video – dicono. SIC non lo sopporta, non sopporta quell’aria da bravo ragazzo, pulito e gentile. SIC lo sa, lo sospetta: sotto sotto, è una carogna, se aiutasse una donna anziana ad attraversare la strada, le farebbe lo sgambetto sui binari del tram. E poi correrebbe a chiamare i vigili, per denunciare l’autista.
Manca un pezzo, comunque. Non c’è verso di rilassarsi un po’, tanto vale tornare alla composizione del Governo, non gli cambia gran che. Solo nella penombra dello studio, SIC non s’accorge che la piega delle labbra scende ancora di qualche millimetro in basso, così come la profonda ruga sulla fronte si allarga e raddoppia. Con una mano si dà il tormento al cranio ormai desertificato. Ha l’aria stanca, sembra invecchiato di colpo. Non può accorgersene, non con quel pensiero in testa.
Manca un pezzo.
(continua)